Doratura a guazzo

Doratura

La doratura a guazzo

Questa tecnica è preferita per creare oggetti dall’aspetto lucido e morbido.

 

Si comincia lisciando il legno e trattandolo con una mano di colla di coniglio. Quando la colla è asciutta si effettua un ulteriore levigatura e si stende il gesso di Bologna, precedentemente preparato con la colla di coniglio per ottenere una soluzione satura e filtrato per eliminare grumi o impurità.

 

Il gesso viene steso caldo con un pennello morbido e tondo e poi lasciato asciugare per circa 3 ore. A questo punto si procede alla levigatura con carta fine. Le mani di gesso da stendere vanno da un minimo di 3 a un massimo di 6.
Si inizia con l’applicazione del bolo, un’argilla disponibile in rosso, nero o giallo, diluito in acqua e colla di pesce a caldo. La soluzione deve essere liquida e viene stesa in un minimo di 3 mani.

Doratura a Guazzo

La fase della brunitura: in basso l’oro ancora da lucidare, in alto la parte già brunita con la pietra d’agata.

Quando anche l’ultima mano è asciutta, si leviga il tutto e si lucida con un pennello a punta tozza.

La parte da dorare viene abbondantemente bagnata con dell’acqua a temperatura ambiente, tenendo leggermente inclinato l’oggetto, in modo che l’acqua non coli sulla foglia d’oro.

 

Il miglior oro per questo tipo di lavorazione è lo zecchino, che non può essere toccato con le mani perché si sbriciola molto facilmente: per spostare le foglie si usa un guanciale, un coltello da doratore e una pennellessa.

 

Il libretto delle foglie viene appoggiato sul guanciale, col coltello piatto si stacca una foglia che viene adagiata sul guanciale e soffiata per togliere eventuali pieghe.

La foglia viene tagliata in parti adatte a coprire la superficie desiderata e la pennellessa viene unta con i capelli. Utilizzando la pennellessa si applica la foglia sulla superficie bagnata, evitando di formare pieghe.

Le foglie successive vengono applicate senza lasciare spazi vuoti. Se si formano delle bolle d’aria, vengono premute con un batuffolo di cotone. Finita la doratura si lascia riposare il tutto per almeno 3 ore.

 

A questo punto si procede alla brunitura della parti che si vogliono rendere lucide. Il brunitolo è formato da una pietra d’agata montata su un manico di legno.

 

Si unge leggermente con della cera la pietra e si passa sulle parti da lucidare, senza comprimere troppo la superficie per non far scrostare la gessatura.

 

Dopo la brunitura, la doratura risulta brillante: se si desidera un effetto anticato bisognerà procedere con al spelatura dell’oro con una paglietta fine o un pennello tozzo umido.

Dopo di che si procede alla patinatura con tempere, pigmenti, colla di coniglio diluita e cere.

 

Vista la base acquosa, questo tipo di doratura è molto delicato e non deve mai essere pulita con panni umidi.